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#hope2026 Una splendida giornata

Continuiamo la nostra serie estiva di fiction speculativa #hope2026 con ‘Una splendida giornata’ di Luca Recano…

2026: Una rivoluzione, partita dalle periferie, disegna e organizza Comunità sempre più larghe e inclusive, per spazzare via una società vecchia, triste e in frantumi, fondata sull’egoismo e sul razzismo, sulla povertà e sull’emarginazione della maggioranza della popolazione, sulla devastazione dell’ambiente e sulla corruzione. 
Si è diffuso un sentimento collettivo di solidarietà, si è liberato il desiderio, si sviluppano la collaborazione e la cooperazione. 

Ti racconto del #lavoro anche se ormai la parola mi suona strana, per fortuna, dal mese scorso hanno attivato il reddito di base; non è ancora attiva la forma “incondizionata” che verrà attivata al termine della sperimentazione (tra 2 anni se tutto va bene); per cui adesso per accedere al reddito è necessario iscriversi a una piattaforma che si chiama “LavoroComune” con un database caricato su un protocollo BlockChain in cui si elencano conoscenze e competenze e mettersi a disposizione per eventuali lavori socialmente utili (ce ne sono tantissimi in lista e aumentano ogni giorno: dall’assistenza agli anziani alle educative territoriali, dalla nettezza urbana alla riparazione delle luci, dalla digitalizzazione dei vecchi archivi cartacei alla catalogazione bibliotecaria, dalla ristrutturazione di edifici pubblici all’installazione di impianti a risparmio energetico); la messa a disposizione rispetta una quota prestabilita tra tempo di lavoro e tempo di vita sostenibile per la quantità di lavoro socialmente richiesto e per la capacità lavorativa, ed è compresa tra un minimo di 8 a un massimo di 16 ore a settimana, la quota media di 12 ore è quella sufficiente a garantire a fine mese (con 48 ore lavorate) l’erogazione del reddito. Milioni di disoccupati della confederazione autonoma del centro sud (che comprende per ora l’ex Campania, Molise, basso Lazio, Basilicata e nord della Calabria) stanno tornando a lavorare per fornire beni e servizi alla comunità. La formazione teorica e pratica sembra stia diventando l’asse portante di una nuova concezione del lavoro, considerato qualcosa di utile alla comunità e non una necessità di sopravvivenza data dal suo contraccambio in salario. Stamattina andrò a svolgere la mia seconda giornata di lavoro come tutor didattico in una scuola superiore sperimentale con un curriculum interdisciplinare di storia, filosofia, letteratura, biologia e fisica costruito in collaborazione con altri docenti e con l’apporto degli studenti. Mi sento sia nervoso che eccitato, ma ho avuto il tempo e la comodità (risorse, attrezzature) per poter preparare al meglio il modulo didattico, ora non mi resta che entrare in scena e vedere come funziona coi ragazzi e le ragazze, che per me è sempre stata la parte piu divertente e dura della cosa.
Sui telegiornali indipendenti si parla di #giustizia, mi metto in ascolto sul servizio, forse qualcosa mi riguarda. Le nuove norme di giustizia riparativa stanno svuotando progressivamente le carceri del paese: oggi altri 200 detenuti per reati comuni del carcere di Poggioreale (tra cui un mio amico caro, penso, che proprio oggi esce) sono stati scarcerati sulla base di una loro istanza volontaria di mettersi a disposizione della comunità inserendosi nei percorsi di LavoroComune e proponendo un’istanza di conciliazione con le vittime dei propri reati impegnandosi in attività comuni stabilite e negoziate insieme alle vittime per riparare il danno ed effettuare una completa riconciliazione. Dopo la lezione a scuola vado a prendere il mio amico all’uscita del penitenziario e noto che un’ala del carcere è in fase di ristrutturazione, gli chiedo come mai e mi risponde che stanno realizzando una “Scuola di Prossimità” per far interagire i detenuti con le altre scuole del quartiere e con attività d’impresa (artigiane, commerciali, e con le istituzioni di quartiere tra cui la commissione Giustizia dell’Assemblea degli Abitanti) attraverso corsi di formazione, programmi didattici, colloqui e momenti d’incontro, per aiutare i detenuti a formulare l’istanza (che è una sorta di progettazione della loro vita fuori dal carcere). Gli sorrido e non mi sembra vero! Non è la fine dell’istituzione totale come ho sempre sognato, ma è un passo enorme verso la sua estinzione e verso l’adozione di altre modalità per amministrare la giustizia e operare il reinserimento delle persone accusate di reati.
Abbiamo perso decenni a parlare di #ambiente per poi scoprire che la transizione ecologica è un fatto semplice. Nella casa in cui vivo, che è in questo condominio misto, requisito a una società immobiliare e messo a disposizione come abitazione temporanea a tutti coloro che sono impegnati nel programma Educazione di LavoroComune, nonchè a una quota di visitatori stranieri che possono usufruire delle agevolazioni pagando una quota minima di iscrizione in cambio di piccoli lavori di manutenzione, gestione e miglioramento degli ambienti o di organizzazione di iniziative culturali o didattiche, nella casa in cui vivo, dicevo, sono partiti i lavori per la rifunzionalizzazione ecologica ed energetica dell’edificio. I lavori avvengono fino a sera tarda: siamo stati noi condomini a dare l’autorizzazione perchè la squadra dei lavoratori di LavoroComune che aveva accettato l’incarico aveva chiesto, come preferenza, di lavorare di sera, perchè di giorno (si conoscono quasi tutti!) amano giocare a basket sul nuovo campetto sportivo che essi stessi hanno recuperato sul lungomare. Noi abbiamo accettato il “disturbo” dei lavori serali in cambio di una priorità sull’intervento che infatti è cominciato in anticipo sui tempi previsti. I lavori consistono nell’efficientamento energetico di pareti e infissi, nell’installazione di un sistema di pannelli fotovoltaici, turbine, impianti di depurazione, una lavanderia comune e una cantinola per lo smaltimento dei rifiuti comune (compostaggio e suddivisione, ma comunque il problema è molto semplificato da quando sono stati vietati gli imballaggi non riutilizzabili), e un ingegoso sistema di coltivazione sospesa progettato dal gruppo di ricerca della Facoltà di Agraria che ha aderito a LavoroComune e pubblicato in OpenSource sulla piattaforma stessa, che abbraccia terrazzi, ballatoi e balconi per produrre una piccola quantità di erbe aromatiche e officinali, qualche ortaggio e fiori per preparati, che serve sia le cucine dei vari piani sia il laboratorio per la trasformazione dei prodotti al piano terra. Al termine di questi lavori il palazzo sarà autosufficiente da un punto di vista energetico (dicono ma secondo me dobbiamo anche darci una regolata con ventilatori e impianti HiFi).
Tutto sembra andare meglio anche se tra mille difficoltà che però tutti sembrano di buon grado disposti ad affrontare e superare. So che ci sono gruppi paramilitari che si organizzano per seminare il terrore e restaurare il vecchio ordine fondato sulla proprietà privata e sullo Stato, ma che le milizie volontarie stanno svolgendo un buon lavoro di intelligence e autodifesa neutralizzando gran parte dei sabotaggi e degli attacchi. Anche se non mancano episodi di violenza e talvolta anche qualche morto, sono tutti fiduciosi che ce la stiamo facendo, e anch’io, nonostante un pizzico di apprensione, non vedo l’ora che arrivi la mia settimana da volontario per dare il mio contributo alla difesa collettiva di questa specie di rivoluzione che assomiglia a una rinascita della società che nessuno si aspettava, ma che pare stia arrivando, con fatica e con gioia!
La sera mi sento stanco, e come capita ogni tanto scelgo la solitudine e il riposo, metto su un disco favoloso che mi ricorda di quand’ero ragazzino, e anche se c’erano un po’ di problemi a casa, mi sentivo invincibile e pieno di aspettative, e pensavo che il futuro sarebbe stato carico di sorprese e avventure, idee a cui stavo per rinunciare ma che oggi sono tornate alla grande.

(immagine in evidenza: copertina album ATOM HEART MOTHER dei PINK FLOYD!)